Il Colloquio con la mia scuola

Finalmente venerdì scorso, dopo circa tre settimane di attesa, chiuso in un albergo senza finestre, ho avuto il colloquio ufficiale con la scuola nella quale andrò ad insegnare.

La giornata è stata parecchio lunga. Wayne, un ragazzo dell’agenzia, lo stesso che venne a prendermi al confine con Hong Kong il 30 agosto (sembrano passati anni da quel giorno), si fa trovare all’ingresso del mio albergo per le 9.00 e, saliti su un taxi, andiamo prima all’ufficio dell’istruzione del distretto di Baoan, e poi alla mia scuola.

La scuola si chiama: Shenzen Bogan Primary School ed è una scuola elementare situata a circa 30km a nord del centro città di Shenzen, vicino alla fermata della metro Shajing. Il mio iniziale sconforto di sapermi così lontano dal centro città svanisce immediatamente quando scopro di essere vicino alla fermata di una delle metropolitane più veloci del mondo. Quarantesette minuti per raggiungere il centro a 120 km/h ed in sole 12 fermate. Ci sono zone a soli pochi km dal centro che richiedono più di un’ora.

Arriviamo a scuola che è già pomeriggio e veniamo accolti da una piacente signora sulla quarantina. Parla un discreto inglese e si presenta come la capa della sicurezza della scuola. Andiamo immediatamente al quinto piano dove incontro altri maestri e soprattutto la preside. Milleduecento studenti ed un centinaio di insegnanti. Con mio stupore scopro di essere l’unico insegnante straniero. In realtà sono il primo insegnante straniero della scuola. Mi siedo in ufficio con Wayne, Rainee (la capa della sicurezza), LaoPi, il coordinatore degli insegnanti e la Preside, di cui non ricordo il nome. Wayne e Rainee traducono sommariamente le richieste del mio nuovo direttore scolastico, che parla solo cinese. La prima informazione che mi danno è che posso fare colazione, pranzo e cena alla mensa della scuola e questo mi verrà ripetuto per altre cinque volte almeno. Dalle domande che mi vengono rivolte dopo, mi sembra di capire che la scuola non abbia reale bisogno di me e che anzi sia stato il “provveditorato” ad obbligare la mia assunzione. Sono una sorta di esperimento. Non c’è nulla di programmato per me. Mi chiedono apertamente cosa voglia insegnare ed a quale classi. Scelgo di insegnare pallacanestro alle quarte e quinte elementari. Mi viene poi proposto di selezionare i migliori prospetti della scuola ed allenarli finite le ore scolastiche. Accetto con entusiasmo, convinto che esista una sorta di campionato tra scuole…invece no…devo allenarli per la gloria!!! Mi assegnano 18 ore alla settimana: due alla mattina e una al pomeriggio (che moltiplicato per cinque giorni di scuola fa 15 e non 18, ma nessuno sembra essersene accorto!). La discussione finisce dicendomi che posso consumare tutti i pasti alla mensa della scuola e che quindi, mi aspettano lunedì prossimo per colazione.

Andiamo poi a fare un giro della scuola. E’ un edificio enorme di cinque piani, tutto talmente nuovo che c’è ancora la polvere prodotta dai lavori in giro. Le classi sono più o meno grandi come le nostre ma qui ospitano dai quaranta ai cinquantacinque bambini. Per l’attività sportiva c’è un bellissimo campo da calcio quasi regolamentare in erba con tribune, un campo da basket all’aperto, pista di atletica ed un palazzetto che sarà pronto a novembre. Il materiale è incredibilmente ricco: palloni di ogni sport, ostacolini, cerchi, pettorine d’allenamento Nike e Adidas, omini sagomati per i calci di punizioni. Mi viene anche detto che se necessito qualcosa in particolare basta che chieda e verrà acquistato. Il giro della scuola finisce ovviamente alla mensa che, rispetto al resto della scuola è la parte (ahimè) meno curata e pulita. Mi congedo contento ma un po’ frastornato e mi avvio con Wayne alla fermata della metro per tornare al mio albergo. Nel frattempo ne prenotiamo uno vicinissimo alla scuola così che possa stare lì la prima settimana, in attesa di trovare un appartamento adeguato. Gli impongo che la camera abbia le finestre e, con mio stupore, mi viene assegnata una camera davvero bella (salvo qualche scarafaggio qua e là ogni tanto)….

Torniamo all’albergo nel centro di Baoan. Incontro gli altri insegnanti della mia agenzia che dormono lì. Usciamo per cena e poi a bere un paio di birre. Abbiamo avuto destini differenti. Qualcuno non è ancora stato assegnato a nessuna scuola, qualcuno invece ne è rimasto insoddisfatto, altri invece verranno mandati in zone lontanissime dalla metropolitana. Io per ora non posso proprio lamentarmi, anche se so, vista l’organizzazione cinese, che tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro…

Intanto lunedì, si comincia….

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