La mia casa cinese

Assegnatami la scuola, ormai più di due settimane fa, la mia agenzia mi ha pagato un albergo nei pressi della scuola appunto, in attesa di trovare una sistemazione permanente. Sul mio contratto c’era scritto che mi avrebbero fornito un appartamento condiviso, nel quale sarei potuto rimanere per tutta la durata del contratto gratuitamente, pagando solo le bollette. Altri miei colleghi invece, avevano optato per farsi dare un rimborso di 2500 Rmb (circa 320euro) mensili e trovare un appartamento, non condiviso, tramite qualche agenzia immobiliare.

Essendo il mio quartiere piuttosto periferico, capisco immediatamente che potrei trovare facilmente un appartamento a meno di 2500rmb al mese in modo da poter fare la cresta sul bonus della mia agenzia. Calcolando la commissione che si prendono dal governo cinese avendomi assunto, non mi sento affatto in colpa.  Chiedo quindi una modifica del contratto e mi metto alla ricerca di un appartamento per conto mio.

Inizio a girare diverse agenzie immobiliari. Nessuno parla inglese. Qualcuno usa il traduttore, qualcuno mi carica su motorini e mi porta a vedere appartamenti incredibilmente grandi o tremendamente sporchi e puzzolenti. Scopro immediatamente due categorie di casa: Quella che non posso permettermi e quella che proprio non vorrei viverci.

Una mattina, salgo sul tetto dell’albergo all’ottavo piano, per vedere l’alba. Cerco sempre di vedere il sole sorgere quando mi trasferisco in un posto nuovo. Scopro che il mio quartiere è severamente diviso in tre blocchi: piccole case di due piani, eredità della Cina rurale, qui presente fino a trent’anni fa, enormi edifici da trenta piani con appartamenti spaziosi e lussuosi, troppo costosi per me ed infine, una serie di piccoli edifici, otto, dieci piani circa, i primi sintomi di urbanizzazione di massa della città. Capisco immediatamente che lì troverò quello che cerco. Qualche ora dopo infatti sono lì a passeggiare tra le piccole e rumorose strade, alla ricerca di un contatto o di una informazione.

Entro in un piccolo centro commerciale, dove casualmente incontro una ragazza cinese cicciottela e molto disponibile. Le chiedo se sa dove posso affittare una casa. Lei mi fa sedere nel suo negozio e mi offre un te. Telefona alla madre, che ci raggiunge in negozio, la quale telefona ad una collega, che ci raggiunge in negozio, la quale a sua volta telefona ad un suo amico, che ci raggiunge in negozio pure lui. E’ la persona più simile a Topo Gigio che abbia mai visto. Ha un sorriso molto accogliente e l’aria di essere una persona buona. Mi carica sulla sua moto e mi porta a vedere il suo appartamento.

La prima cosa che mi colpisce è la posizione. La casa si trova infatti a tre minuti a piedi dalla fermata della metropolitana ed a dieci minuti scarsi dalla mia scuola. Elemento fondamentale considerata la quotidiana pausa pranzo di due ore. L’edificio sembra piuttosto nuovo, in un’area molto “China old stily” della zona. Lontano da grattacieli, strade trafficate e centri commerciali, sorge in prossimità di un grazioso laghetto artificiale e di diversi ristoranti e negozi di alimentari.

Saliamo al quinto piano. Topo Gigio mi fa capire che sarei l’unico dell’intero corridoio. Ottimo penso io…consapevole che, generalmente, il numero di inquilini è direttamente proporzionale al numero di scarafaggi. Zero persone=zero cibo=zero scarafaggi. Apre l’appartamento 501 ed entriamo. 30-35 metri quadrati di casa divisi tra camera da letto ed un salotto, che include un piccolo bagno “inscatolato” in un parallelepipedo di finto vetro. Dalla finestra della camera entrano dei raggi di sole, cosa non scontata in città dove gli edifici spesso sorgono ad un metro di distanza l’uno dall’altro. Sembra nuovo ed è pulitissimo. Già arredato con aria condizionata, lavatrice, frigorifero, materasso, un divano, un armadio ed un tavolino. Rimango subito piacevolmente sorpreso e chiedo il prezzo. Con un sorrido a due denti (per questo sembra Topo Gigio) il proprietario mi scrive sul telefono1780rmb, circa 230 euro mensili. Affare fatto penso.

Do un’ultima occhiata alla casa prima di uscire e noto, con mio profondo rammarico, che c’è solo il bagno alla turca. Cavolo non mi ci vedo a fare i bisogni in squat per i prossimi 300 giorni. Così mi congedo dal proprietario dicendogli che ci voglio ragionare su e che gli avrei fatto sapere prima possibile.

Esco rimuginando tra me e me: “Casa carina…economica….posizione perfetta…ma il cesso alla turca proprio non lo voglio. Devo trovare una soluzione!!!”

Poche ore dopo, camminando tra i reparti di un centro commerciale, la soluzione stessa si palesa davanti a me!!! Una seggiola da campeggio richiudibile a forma di asse del cesso!!! Fantastico, posso affittare quella casa!!!

La mia esperienza in Cina è raccontata con simpatici aneddoti nel mio libro

“DIARIO DI UN MAESTRO IN CINA” disponibile su Amazon sia cartaceo che ebook al seguente link:

https://amzn.to/3yM6s38

17 pensieri riguardo “La mia casa cinese

  1. OMG!!!! la voglio! me la voglio attaccare allo zaino x il prossimo viaggio! è proprio quello che avevo sempre sognato… Ti prego, organizza un business di importazione dell’articolo! 🙂 🙂 🙂 🙂

    "Mi piace"

  2. Ciao CLA. Guardando mi sembra che quell’oggetto così prezioso sia per cinesi piccoli e magri, dovrai usare cautela. Non so se altri tuoi zii si ricordano ma circa 50 anni fa tuo Nonno Salva nella casa dove stava x lavoro aveva costruito un aggeggio simile con una vecchia sedia di legno. Bello leggerti aspetto la prossima.

    "Mi piace"

  3. Ciao Claudio, non ci conosciamo e sono capitato sul tuo divertente post per caso.
    Ti scrivo perchè mi sono trovato nella tua situazione ed ho ovviato al problema con una soluzione meno pittoresca ma non meno grottesca. Sono arrivato al patto col proprietario di poter montare sopra al cesso “all you can shit” una normale tazza da laowai, a patto di rimuoverla alla mia dipartita. Alla fine con 200 yuan sono riuscito a comprare la tazza dei miei sogni che, probabilmente non a caso, si incastrava perfettamente nel bagno turco. Lo trovi nei negozi che vendono lavandini, e sanitari (ero a Kunming, se ne ho trovati lì, penso si possano trovare ovunque). ti auguro una buona Cina, L.

    "Mi piace"

  4. p.s., quando devi comprare qualcosa, i cinesi sanno essere pazienti e sembra che possano capire qualsiasi lingua, quindi anche se non padroneggi ancora il cinese, provaci! ti ornerà utile in mille situazioni

    "Mi piace"

  5. Ahaha articolo simpatico! Ne sto appunto elaborando uno sul cosa fare quando si cerca una casa in Cina, purtroppo però hai già visto come funziona. Ma sei nuovo in Cina? Non so se insegnerai italiano ai cinesi, ma se è la tua prima esperienza con i cinesi, ma se ti serve qualche dritta chiedi pure (ho insegnato italiano per 2 anni a Pechino). Se vuoi passa a trovarmi nel mio blog, potresti trovare degli articoli utili.
    In bocca al lupo per tutto!
    Silvia

    "Mi piace"

Lascia un commento